Riforma delle pensioni: con il Governo dei Migliori giunto al suo capolinea, cosa cambio con le elezioni 2022?

Riforma delle pensioni: con il Governo dei Migliori giunto al suo capolinea, cosa cambio con le elezioni 2022? Quali sono i programmi dei partiti italiani sul tema?

Riforma delle pensioni, cosa cambia con le elezioni 2022: i programmi dei partiti italiani

Resta in sospeso la riforma delle pensioni. Tra gli impegni del Governo Draghi c’era, appunto, la riforma del sistema pensionistico che sarebbe dovuto entrare in vigore a partire dal 2023. La fine anticipata dell’esecutivo, tuttavia, ha messo in stand-by il dibattito con i sindacati e ogni confronto sulla riforma delle pensioni. È lampante, quindi, che la questione sarà di competenza della prossima legislatura e, di conseguenza, dalla maggioranza di Governo che nascerà dopo le elezioni del 25 settembre. È lecito – e anche scontato – dedurre che il tema pensioni sarà una delle colonne portanti della campagna elettorale così come anche il taglio delle tasse o il reddito di cittadinanza.

In attesa di scoprire quali saranno gli equilibri della nuova legislatura, si può riassumere quali sono le posizioni dei vari partiti italiani in modo tale da ipotizzare quali potrebbero essere le scelte che regoleranno la riforma del sistema pensionistico nazionale.

I sindacati e la riforma delle pensioni

La proposta avanzata dai sindacati, prevede la pensione anticipata con 41 anni di contributi, senza calcolo dell’assegno (che resta con sistema misto o retributivo). Per la Pensione Precoci, attualmente ci vogliono 42 anni e dieci mesi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne.

I Sindacati vorrebbero una Quota 41 per tutti senza limiti di età e di categoria, mentre il Governo potrebbe “cedere” soltanto per un eventuale compromesso, aprendosi ad esempio alle categorie di lavoratori addetti alle mansioni gravose.

Lega e riforma delle pensioni

Sono ormai anni che il segretario della Lega, Matteo Salvini, ripete il mantra dello “Stop Fornero”. Già nella campagna elettorale che ha preceduto le elezioni del 2018, Salvini aveva ripetutamente affermato di voler procedere all’abolizione della riforma del 2011 introducendo misure sviluppate all’insegna di una maggiore flessibilità.

Giunto al Governo, il progetto del leader del Carroccio si è tradotto nell’introduzione di Quota 100 che, dati alla mano, non si è rivelata un successo. In tre anni, infatti, l’iniziativa ha riguardato 300 mila persone che, nella maggior parte dei casi, erano impiegati della pubblica amministrazione.

Il piano della Lega, negli ultimi anni, sembra essere cambiato, traducendosi nella cosiddetta Quota 41. La misura alternativa alla pensione anticipata consente di smettere di lavorare a prescindere dall’età anagrafica dopo aver versato 41 anni di contributi.

Forza Italia

Sul tema delle pensioni, Forza Italia pare essere uno dei partiti con le idee più chiare. Piuttosto che focalizzarsi sulle regole di pensionamento, il partito di Silvio Berlusconi ha preferito lavorare a una proposta per l’aumento degli importi. Dopo aver proposto il cosiddetto incremento al milione della pensione nel 2001 con il quale pensioni, pensione sociale e pensioni di invalidità hanno raggiunto la soglia id un milione di lire, il Cavaliere vuole riproporre la medesima iniziativa in euro. In sostanza, l’obiettivo sarebbe quello di far raggiungere alle pensioni l’importo di 1.000 euro. Stesso discorso anche per l’assegno sociale.

Fratelli d’Italia

Giorgia Meloni ha evitato di esporsi, sinora, sul tema delle pensioni. Non resta che attendere, quindi, di scoprire quali saranno le proposte di Fratelli d’Italia quando il programma elettorale verrà pubblicato. A ogni modo, la leader di FdI si è spesso scagliata contro gli importi di pensioni di invalidità e dell’assegno sociale reputandoli troppo bassi. Nell’ottobre 2021, poi, ha ipotizzato di abolire le pensioni d’oro per “modificare le storture” del sistema pensionistico e sostenere i più deboli.

Partito Democratico sulla riforma delle pensioni

Il Partito Democratico è sempre stato attento al tema della stabilità del sistema pensionistico ed evitare che in caso di crisi, come accadde nel 2011 e come sottolineato dalla Fornero, le pensioni degli italiani rischiassero “di non essere pagate”.

Il PD è uno dei fautori di misure come l’Ape e ha ripetutamente asserito di voler tutelare le fasce di popolazione economicamente più deboli introducendo, ad esempio, misure come l’anticipo pensionistico e Opzione donna. Due iniziative citate anche dal ministro del Lavoro Andrea Orlando del PD, ribadendo la volontà di prorogarle anche per il 2023. Il progetto, tuttavia, si è interrotto con la crisi di Governo.

Italia Viva sulla riforma delle pensioni

La proposta di Matteo Renzi e Italia Viva, che spesso hanno criticato Quota 100 di Salvini, è molto vicina a quella del PD. L’obiettivo consiste nel promuovere misure di flessibilità per tutelare le fasce di popolazione più debole e mirare alla stabilità.

Azione

Carlo Calenda, leader di Azione, invece, ha esposto la sua posizione rispetto al tema delle pensioni in un messaggio pubblicato sui suoi social media datato 27 ottobre 2021: “Che i sindacati attacchino il Governo sulle pensioni dimostra ancora una volta come parte dei dirigenti di questo Paese pensi solo a chi è già garantito e non ai giovani. Tanto il conto lo pagano sempre i nostri figli. Per me ha ragione Mario Draghi e non Maurizio Landini”.

Secondo Calenda, il tema delle pensioni non dovrebbe riguardare il Governo che, piuttosto, dovrebbe concentrarsi sulla tutela dei giovani.

Movimento 5 Stelle

Durante il Governo Conte Uno, il Movimento 5 Stelle ha appoggiato il progetto di Quota 100 della Lega, condividendo anche il progetto di procedere all’estensione di Quota 41 entro i primi tre anni di vita dell’esecutivo. Il progetto, tuttavia, è naufragato con la fine dell’alleanza.

Al momento, si è in attesa di scoprire la proposta dei 5 Stelle sul tema della riforma pensionistica con la pubblicazione del programma elettorale ufficiale del partito guidato da Giuseppe Conte.

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